Identità migranti
Centralità della dimensione festiva e religiosa fra ibridazioni culturali, riproposizione e reinvenzione della tradizione

Sono numerosi gli eventi festivi che coinvolgono gli immigrati di origine filippina a Napoli. Organizzati in ambito privato o a livello comunitario, essi costituiscono un universo vario ed eterogeneo e possono rappresentare occasioni per riunirsi e trascorrere qualche ora di svago con i propri connazionali, o per rivivere e reinventare le tradizioni del paese di provenienza, consentendo anche alle nuove generazioni di familiarizzare con esse. Possono, altresì, ricreare spazi di incontro e di dialogo con gli italiani e al contempo di rivendicazione identitaria, rinsaldando la coesione comunitaria [Greco 2005].
«Tempo di gioia e di felicità, tempo per dimenticare i problemi e ricaricare le proprie energie», o per mostrare «i propri costumi e le proprie tradizioni» come ha ribadito un immigrato intervistato, nell’esecuzione di eventi festivi in contesto migratorio, «frammenti di mondi sempre meno distanti rivivono per essere costantemente ricreati e reinventati, fra rivendicazione identitaria e consumo del tempo libero, fra sincretismi e forme di cristallizzazione culturale» [Greco 2004].
Nel corso di tali eventi, è attribuita alla fotografia una particolare valenza da parte degli immigrati di questa nazionalità, in quanto tutti i momenti più significativi sono immortalati dagli obiettivi fotografici. La foto, così, entra, a pieno titolo, a far «parte del rito» festivo [Gentile, Ortoleva, 1989] ed anzi, rappresenta un vero e proprio «rito nel rito», che «conferisce ulteriore solennità» [Mazzacane 1976] alle celebrazioni.
In questa sezione si andrà a focalizzare l’attenzione soprattutto sulle immagini relative alle feste organizzate dai gruppi associativi o religiosi della città. Queste, infatti, rivestono, fin dagli anni Settanta una significativa importanza, riproponendo, risemantizzando, fra molteplici ibridazioni, le danze, i canti, le pietanze tipiche delle Filippine mentre i partecipanti, in abiti eleganti o tradizionali, spogliandosi dei loro ruoli occupazionali, hanno la possibilità di allontanare il quotidiano e scacciarne il negativo. Le fotografie scattate in queste occasioni, così, analogamente ai filmati amatoriali, potranno essere mostrate con orgoglio anche a familiari e amici nel paese di origine [Baldi 2017; 2011, 2004].
Possono esservi, per altro, molteplici differenze fra le festività riproposte dai diversi gruppi associativi e religiosi che si ricollegano proprio alle caratteristiche di questi ultimi. E’ possibile distinguere, poi, fra le celebrazioni, quelle tipiche del paese di origine, quelle che rientrano anche nella tradizione italiana, per lo più cattolica e infine, quelle nate in Italia. In emigrazione, in ogni caso, è necessario adeguare il calendario festivo ai ritmi di lavoro o alla disponibilità di spazio cosicché, gran parte delle feste si svolge il giorno libero dal lavoro, la domenica. Esse sono, in genere, precedute da una celebrazione religiosa e terminano con un rinfresco, nel corso del quale è possibile assaggiare piatti della tradizione culinaria sia italiana che filippina. Sono, inoltre, organizzate, sovente, secondo un “programma” ben strutturato, per la cui realizzazione ognuno può avere un proprio ruolo e specifiche mansioni.
In questo ingresso del M.A.M., articolato in diverse sottosezioni, si focalizzerà l’attenzione, in primo luogo, su fotografie relative alle principali festività religiose riproposte in ambito comunitario e associativo nel corso degli anni. Queste, infatti, possono essere molteplici e hanno una considerevole centralità. Ci si soffermerà, in particolare, sulle celebrazioni che assolvono o hanno assolto in passato, una significativa rilevanza quali momenti di aggregazione: la processione di Santacruzan e le feste e i riti correlati al Natale.
Una ulteriore sezione sarà, poi, dedicata alle immagini scattate in occasione delle feste di carattere più propriamente laico (fra le quali San Valentino, la festa della mamma, il May Festival), mentre gli ultimi due sotto-ingressi focalizzeranno l’attenzione sulla riproposizione di danze, abiti tradizionali e sulle ibridazioni culinarie.
Lo studio e il confronto delle numerose fotografie che si riferiscono ad alcune festività, inoltre, si è rivelato prezioso nel consentirne la ricostruzione in senso diacronico, individuando, di anno in anno, le molteplici varianti, come nel caso della processione di Santacruzan. Questa è stata riproposta, soprattutto negli anni Novanta e agli inizi del Duemila, dall’associazione cattolica, di carattere prevalentemente religioso, che si riuniva presso la Chiesa del Gesù Nuovo.
Alcune immagini, inoltre, possono essere considerate particolarmente rilevanti da un punto di vista storico, in quanto si riferiscono ad eventi che, ad oggi, non sono più organizzati dagli immigrati residenti in città (ad esempio la rappresentazione dei Three Kings), o che si svolgono con differenti modalità rispetto al passato (come nel caso di Santacruzan).
Il profondo senso di religiosità filippino, “makadiyos”, in ogni caso, è pervasivo nell’organizzazione di tutti gli eventi festivi, sia dal carattere più propriamente religioso che laico, come si evince analizzando le fotografie incluse questa sezione. In esse, infine, si palesano e sono codificate anche le gerarchie associative, che emergono nel corso delle feste organizzate nel loro ambito.