1) Dal veliero al transatlantico: in tale condizione “transeunte” troviamo navi ibride, qui il Thunder, definito significativamente steam-ship, che mentre accolgono la propulsione a vapore non rinunciano prudenzialmente alla vela. Sono distinguibili dalla presenza, al centro del natante, di ben riconoscibili e alti fumaioli che si ergono sulla tolda, perentori, scuri e fumiganti, in genere tra l’albero di trinchetto e quello di maestra. Le linee d’acqua sono ancora quelle eleganti del naviglio a vela con prue slanciate rese ulteriormente aggettanti dal bompresso.
2) Lo steamer Champlain mentre naviga affidandosi a vele ed eliche. Nel suo complesso l’alberatura va però progressivamente e vistosamente riducendosi in termini di altezza e numero di vele. Scompaiono innanzitutto i generosi trevi prossimi alla coperta, innanzitutto quello di maestra, perché la sua “pinguedine” lo avrebbe portato a collidere con il fumaiolo impedendo peraltro al pennone di ruotare nel cambio di mura, anch’esso abbattendosi sul camino. Sono sostituiti da rande auriche con picco e boma; sopra di esse troviamo solo uno o due ordini di vele quadre ovvero la bassa gabbia e talvolta la gabbia volante. L’albero di mezzana conserva invece la contromezzana. La prua, intanto, tende a verticalizzarsi, meno incline a «inchinarsi» al moto ondoso: prende infatti il nome eloquente di prua a «tagliamare».
3) "Le turbonavi gemelle Roma e Sidney della flotta Lauro di Napoli incedono appaiate sul mare calmo. Tra gli infiniti modi di celebrare la nave passeggeri è molto frequente la sua vista laterale o di tre quarti per meglio mettere in risalto, assieme alle murate, l’elegante e alta prua. Foto e altrettante illustrazioni da cui si ricavano cartoline da vendere a bordo, ci mostrano quindi il transatlantico in piena navigazione raffigurato in base a tali cliché per poterne apprezzare le linee complessive e l’imponenza.
4) La Corrientes, dell’armatore argentino Dodero, in servizio dal secondo dopoguerra. Prevalgono di gran lunga immagini che “ambientano” la nave, come nel caso di quella qui raffigurata, in luminose giornate, dorati meriggi e placidi crepuscoli, con debiti corollari di pacifiche nubi all’orizzonte. Il messaggio rasserenante che ne consegue è quello di crociere compiute in un regime di assoluto bel tempo.
5) All’opposto, quale variante a codesto genere figurativo, ecco invece l’imponente transatlantico, in questo caso il Paul Lecat delle Messageries Maritimes, alle prese con la tempesta, nell’atto di fronteggiare un violento colpo di mare, un mare grosso e apparentemente soverchiante. I toni dorati e caldi sono ora sostituiti da tonalità plumbee, da nere e livide nuvole che si specchiano in un mare altrettanto cinereo. A farla da padrona è ora l’onda: i marosi e le loro inquietanti creste si abbattono furiosamente sulla coperta costringendo la nave a un accentuato e pericoloso beccheggio.
6) A infilarsi con violenza nel cavo dei cavalloni o da essi a essere impetuosamente sollevati sono prue e poppe di transatlantici che parrebbero in grave difficoltà. A ben vedere, invece, codeste cartoline intendono sottolineare come in alcun modo cotali giganti del mare potrebbero soccombere alla furia degli elementi, ad essi debitamente in grado di tenere testa. Le prore, dunque, dopo la travolgente e brutale ingavonata, si rialzano prontamente decise ad affrontare la successiva onda e a svellerla come fa qui ancora una volta il Lecat.
7) la prua diviene accattivante protagonista di una pubblicità che le affida il compito, implementandone a dismisura altezze e dimensioni, di farsi simbolo di un naviglio che deriva la sua sicurezza dalla propria mole. È qui raffigurato il Duilio, primo vero transatlantico italiano assieme al gemello Giulio Cesare, varato a Sestri Ponente nel 1916, che in virtù di una immaginifica, tagliente e affilata prora fende l’onda scoprendo la carena.
8) Il celebre Paquebot francese Normandie, transatlantico francese della Compagnie Générale Transatlantique, costruito dai cantieri Penhoët a Saint-Nazaire che, quando fu varato nel 1932, era a tutti gli effetti la nave passeggeri più grande al mondo. A dispetto di una prua non particolarmente pronunciata il disegnatore ne accentua invece oltremodo volumi ed entità.
9) L’Aquitania e i suoi interni apprezzabili nel dettaglio grazie a una voluminosa brochure che del natante propone, secondo una consuetudine grafica alquanto diffusa, lo spaccato. Nella parte poppiera si notano nei ponti bassi gli alloggi di seconda e terza classe e ancor più sotto alcune stive, la sala macchine e l’asse d’elica di dritta. I ponti superiori sono destinati a sale e saloni di rappresentanza. Entrata in servizio nel 1914 e appartenente alla Cunard Line fu una delle più grandi navi di quegli anni assieme a Mauretania, Lusitania, Titanic, Olympic, Imperator e Britannic.
10) Lo spaccato delle sezioni prodiere dell’Aquitania destinate in buona parte allo stivaggio di merci e bagagli; nei ponti superiori sono presenti le cabine di prima classe. Codesto tipo di raffigurazione, decisamente minuziosa e spettacolare, rende evidente lo stereotipato epiteto di “città galleggiante” attribuito a tali mastodonti. Nulla come lo spaccato evidenzia l’intreccio di corridoi, scale, ponti, slarghi, sale e “appartamenti” che apparentano il transatlantico se non a una città a un imponente e aristocratico palazzo, a un grande e lussuoso albergo.
11) Affiche con lo spaccato trasversale di un transatlantico della compagnia inglese Cunard che, pur ispirandosi all’Aquitania, a cominciare dai quattro fumaioli, intende riassumere le peculiarità delle grandi e prestigiose navi passeggeri di sua proprietà, valorizzando la molteplicità e la differenziazione estetica e funzionale degli ambienti interni, dai ponti superiori, con saloni e camere di prima classe, alle stive con cambuse, cale per i bagagli e infine alla sala macchine con le caldaie e i serbatori di carburante.
12) Paquebot Paris: particolare dello spaccato di questo celebre transatlantico francese che evidenzia, subito sotto i due fumaioli e nello spazio che intercorre tra essi, uno dei saloni di rappresentanza della nave dotato di due generose finestrature. Più in basso è visibile l’amplissima sala da pranzo con un “loggione” superiore che corre lungo il perimetro di questo ambiente e che, in altezza, equivale a tre ponti del bastimento. L’opulenza di codesti saloni è l’obbligatoria cornice entro la quale il jet set della prima classe mette in scena sé stesso, si conta, si dichiara, si rappresenta in funzione di censo, professioni e gradi di nobiltà.
13) Sala da pranzo di prima classe del Paris. La foto evidenzia le gallerie che corrono sopra il salone impreziosite da balaustre lavorate, l’ampio lucernario opalino che garantisce un’illuminazione morbida e diffusa, e lo scenografico e ricurvo doppio scalone che mette in comunicazione i due livelli di questo ambiente. Evidenti le assonanze “teatrali”, in modo specifico dell’ampio arco, simile a un boccascena che sovrasta le scale e che ospita per tutta la sua superficie uno specchio. L’espediente scenografico contribuisce a dilatare gli spazi replicandone l’immagine; offre inoltre agli altolocati passeggeri l’opportunità di rimirarsi, di riflettersi, di percepirsi al centro di codesta scena di cui sono al tempo medesimo attori e spettatori.
14) Il barocco fumoir del Conte Grande appartenente a una prestigiosa “schiatta” di transatlantici italiani appellati con il suffisso di conte, ovvero il Conte di Savoia, il Verde, il Rosso, il Biancamano. A sottolineare senza possibilità di sbagliare che ci si trova in un locale destinato ai fumatori è il grande camino che troneggia al centro di una delle pareti della sala. La bocca del grande focolare con una teoria di piastrelle chiare che ne asseconda la morbida curvatura, pare ispirarsi alla stube tirolese, anch’essa sovente ricoperta di mattonelle decorate o monocromatiche. Il camino è presenza ricorrente sulla nave passeggeri, forse quella che meglio delle altre rievoca il rapporto con la terra ferma e la “regalità” della crociera: non sapendolo, osservando la natura di questo ambiente, si potrebbe infatti supporre di essere nella sala di un castello, di un maniero alpino.
15) Île de France, prestigioso paquebot francese varato a St. Nazaire nel 1926, famoso per essere tempestivamente ed efficacemente venuto in soccorso del transatlantico italiano Andre Doria destinato a colare a picco in seguito a una collisione determinatasi a causa della nebbia il 26 luglio del 1956. Vediamo qui una camera da letto di un appartamento di “gran lusso”. A riccioli e volute che decorano le pareti seguono i ricami delle sovraccoperte con motivi palesemente floreali. Si ribadisce, anche e soprattutto nel momento di consegnarsi nelle braccia di Morfeo, la relazione con la solida e sicura terra ferma che accoglie e avvolge il dormiente in un locale nel complesso ovattato e protettivo. Non poteva essere diversamente a bordo di una nave il cui nome ventilava esplicitamente una relazione con il suolo patrio, di cui si faceva solida e concreta isola flottante.
16) Appartamento di “gran lusso” sul Paris. Ogni transatlantico era dotato, ma meglio sarebbe dire “arricchito”, da un limitato ed esclusivo numero di suite. Sono veri e propri appartamenti che “esondano” dai ben più ristretti perimetri della “cabina” sia essa anche di prima classe. D’obbligo è un salottino che ancora una volta ammicca, per gli arredi e per i lignei e ben lucidati rivestimenti delle pareti, a quello di una ricca magione, di una altrettanto suntuosa residenza signorile su quella terra ferma così insistentemente evocata a bordo. Si noti, pure, in tal senso, la presenza del camino sormontato da una specchiera, e la vistosa raffigurazione di scene, manco a dirlo bucoliche e campestri, suddivise in tre riquadri che corrono lungo un’intera parete.
A stigmatizzare invece il “tenore” esclusivo della stanza contribuisce in primis il pianoforte, gadget decisamente elitario, “rafforzato” da corpose poltrone in tessuto damascato e ampio tappeto a terra.
17) Bremen, dampfer tedesco varato nel 1928, famoso per aver conquistato il Blue Riband, il Nastro Azzurro che poi sarà del nostrano Rex, riconoscimento attribuito alla nave più rapida nel coprire la distanza tra Europa e America. Aveva a bordo, quale particolare raffinatezza tecnologica, simbolo di efficienza e modernità, un idrovolante catapultabile che, ad alcune centinaia di miglia dall’approdo finale, si involava per consegnare la posta prima dell’arrivo della nave. L’immagine raffigura il salone di prima classe le cui pareti sono integralmente ricoperte da una pannellatura in legno, movimentata da semicolonne scanalate con capitelli a foglia, poste a distanze regolari le une dalle altre. Il prestigioso allestimento è ulteriormente valorizzato da ampi rosoni pittorici, anch’essi collocati a intervalli stabiliti: i soggetti, boschetti, ponticelli, ruderi, ville, riecheggiano tutti assai palesemente la terra ferma.
18) Île de France: cena in onore di un gruppo di aristocratici, tra cui il Principe Jean Baptiste Aymon de Faucigny-Lucinge et Coligny e la consorte Carolyn Salome Foster: fa gli onori di casa il Commandant Blancart. La gentildonna siede alle spalle del grande ovale pittorico che sovrasta la tavolata; alla sua sinistra il marito e alla sua destra l’ufficiale primo in comando. Blancart volendo serbare ricordo di tali altisonanti frequentazioni realizzò un singolare album con le foto di siffatte prestigiose tavolate, immagini tutte scattate essenzialmente negli anni Venti, probabilmente dal fotografo di bordo, sempre nel medesimo salone e affiancate dalla scrupolosa indicazione dei nomi dei commensali. Questa ritrattistica, consuetudine diffusa sui transatlantici, ipostatizza il lusso dell’esperienza crocieristica attraverso una delle sue esternazioni più esplicite, ovvero l’esclusivo, aristocratico, serotino convivio.
19) Cap Arcona, della compagnia Hamburg Süd, piroscafo di lusso varato nel 1927 e impiegato sulle rotte tra Amburgo e Buenos Aires e ancora Madera e Rio de Janeiro. Tra le opportunità di svago la piscina è quasi sempre presente sui transatlantici, spesso impreziosita da decori, colonnati, varie teorie di piastrelle policrome, bassorilievi, statue e fontane.
20) La cappella a bordo del Normandie. Nella fastosa e festosa congerie di vari intrattenimenti di bordo, nella multiforme, sonora kermesse di orchestre e orchestrine, di balli, spettacoli teatrali e cinematografici, molti transatlantici, in una logica, si direbbe oggi, del “politicamente corretto”, si dotano di più silenti e appartati spazi non più per la sola e preminente ricreazione del corpo e della mente, ma pure dello spirito. Siamo comunque a bordo di un transatlantico e la chiesetta deve conseguentemente adeguarsi alla vocazione inesorabilmente appariscente del natante che la ospita, in cui viene incapsulata. La cappella del Normandie gronda perciò di vistose figurazioni simboliche e soprattutto di una volta che assume le fattezze di un gigantesco e argentato ricamo.
21) Pagina pubblicitaria della compagnia francese Gie Gle Transatlantique che, secondo un altro stilema grafico frequente, ricorre a un collage in cui le foto che lo compongono sono disposte a cascata e a ventaglio, nonché organizzate intorno all’immagine centrale. Quest’ultima, attraverso lo scalone immortalato nello scatto, si costituisce quale ingresso al transatlantico, quale invito a imbarcarsi per poi godere delle molteplici opportunità ricreative di cui sarà possibile beneficiare a bordo, anticipate e richiamate da tutte le altre foto disposte a “corona”, intorno alla centrale. Ulteriore escamotage era quello di costruire codesti efficaci e sintetici photoreportage, allo scopo di renderli maggiormente accattivanti, intorno a un personaggio di richiamo, a una attrice, a una cantante, a una modella che posava in diversi punti della nave, mostrando di partecipare lieta ai graditi intrattenimenti che avevano fatto della traversata verso New York nel 1950, come ella scrive dall’Île de France, «un vero succedersi di sorprese deliziose in un’atmosfera brillante».
22) Pagina pubblicitaria destinata a decantare e descrivere dettagliatamente gli ambienti del transatlantico Lusitania. Al centro la foto del locale al quale si vuole dare il maggior peso, la sala da pranzo di prima classe sormontata da una galleria nella quale si dispone un’orchestrina per allietare con le sue musiche i facoltosi commensali durante i pasti. Ai quattro angoli del foglio altrettante immagini di ulteriori prestigiosi locali della nave di cui si esaltano gli stili artistici prescelti dagli arredatori.