1) A differenza delle mostre moscovite le esposizioni universali consentono alla Russia di proporsi all’estero attraverso un’immagine che in mancanza di un adeguato e competitivo comparto industriale punta risolutamente anche se non esclusivamente sulle proprie esotiche e preziose tradizioni, su manifatture pregiate. Molta la cura posta nella realizzazione degli “involucri”, dei padiglioni in cui i riferimenti agli stili architettonici storicamente ed esteticamente più rappresentativi della Russia sono voluti e assolutamente espliciti. Proponiamo qui i casi del dipartimento navale del padiglione russo progettato dall’architetto V.A. Gartmann per l’esposizione di Vienna del 1873.
2) Il particolare del padiglione russo, architetto I.P. Ropet, Parigi 1878.
3) Il padiglione ideato dall’architetto I.P. Ropet per l’edizione parigina del 1878.
4) Padiglione della Russia a Parigi nel 1900 che ci pare espliciti efficacemente il riferimento marcato agli stilemi formali e decorativi dell’architettura di casa propria. Codesta immagine rende inoltre assolutamente patenti le dimensioni della struttura, di fatto la più estesa dell’intera mostra.
5) Quasi a voler reiterare la logica delle matrioske diversi padiglioni russi custodiscono al loro interno delle abitazioni tradizionali, delle izbe, visitabili e apprezzabili nei loro ambienti interni. Appaiono come un condensato assai vivido di soluzioni costruttive e decorative di antica origine che danno vita, nelle diverse esposizioni nelle quali fanno la loro comparsa, a costruzioni al contempo simili tra loro ma parimenti ben distinguibili le une dalle altre. La izba presente all’esposizione di Parigi del 1878.
6) La izba russa, esposizione universale di Parigi 1889.