Il teatro di animazione nel meridione d'Italia

A cura di Alberto Baldi

Il teatro di animazione ebbe e ancora ha nell’Italia meridionale un riconoscimento di pubblico di tutto rispetto. Seppe ramificarsi sia in contesto urbano che in ambito contadino massimamente in Campania e Puglia ma con presenze documentate in Calabria, Abruzzo e Marche. Napoli fu indubbiamente il principale centro propulsore di questa espressione artistica in particolar modo dalla fine del Settecento fino a tutto il Novecento consentendo il nascere, il differenziarsi e il radicarsi di diverse tradizioni. Nel capoluogo partenopeo prese corpo il magniloquente teatro dei corposi e vistosi pupi, poi emigrato e sviluppatosi anche in Sicilia, a cui si associò la marionetta con repertori in buona parte distinti. Sempre a Napoli, già dal diciottesimo secolo si registra l’agire delle guarattelle da cui, poco alla volta, dagli ultimi decenni del 1800, andrà distinguendosi il burattino.

Pupi e marionette sono figure intere dotate di braccia e gambe mentre guarattelle e burattini si mostrano soltanto dalla cintola in su.

Guarattelle e burattini sono tutt’uno con il loro animatore, o, meglio, con il suo braccio. Si tratta di fantocci a guanto che, appunto, come un guanto sono “indossati”, dal basso: il guarattellaro o il burattinaio infilano il braccio nel “corpo” del loro piccolo attore infilando l’indice nella testa e pollice e medio nei suoi arti superiori.



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