Le origini

L’attribuzione delle origini risulta difficile. Molti le collegano a pratiche cultuali pagane, trasmesse e mutate nel tempo in modo sincretico per la sopraggiunta plasmazione cristiana. Si riscontrano, infatti, analogie con pratiche diffuse tra gli antichi Greci e i Romani. Presso quest’ultimi, i saccelli dei “Lari”, collocati nei crocicchi, lungo le strade o addossati ai muri delle case, erano spesso di proprietà collettiva e la loro cura, affidata a speciali associazioni private (Collegia Compitalia). La consuetudine di raffigurare personaggi sacri all’interno di piccole cappelle o altarini prosegue in epoca cristiana fino all’VIII secolo, quando monaci e sacerdoti in fuga dall’Oriente per la persecuzione iconoclasta, si rifugiarono con le loro immagini in Occidente, insediandosi anche nel Meridione d'’Italia. In area campana la diffusione delle edicole votive maiolicate è da porre in relazione con l’incremento della produzione ceramica, in particolare, delle decorazioni pavimentali e delle icone devozionali nel XVII e XVIII secolo. L’edificazione di cappelle, nicchie, tabernacoli con raffigurazioni in maiolica è ampiamente diffusa come pratica votiva, ancora nel XIX secolo e nella prima metà del XX, soprattutto presso quei centri abitati situati lungo assi viari di collegamento con la città di Napoli o con altri importanti luoghi di produzione.