Fotoreportage

Dimensione antropologica - La Famiglia

L’elemento umano si avverte nella sua intensa preminenza in modo particolare in foto che ineriscono la dimensione familiare, dove la vocazione ritrattistica dell’autrice, dall’impronta delicata, ma pur tuttavia determinata, mette in evidenza volti in primo piano, che guardano decisamente in macchina, a volte abbozzati in un sorriso, timido, accogliente, malinconico, interlocutore e pensoso, sorriso quale archetipo globale che segnala una disponibilità al contatto, che ne prefigura e talora ne imbastisce la trama. Sorriso in veste di iniziale pivot da cui discende dunque la scelta di parlare, ascoltare, di avvicinarsi, di rispettarsi; sorriso che determina uno sguardo che a sua volta sancisce un avvenuto contatto, non tanto tra chi fotografa e chi è fotografato, ma tra due soggetti che partecipano entrambi alla costruzione di un piano su cui si articola un’osservazione reciproca. In altri casi i personaggi sembrano invece apparentemente assenti, mezzi busti che proiettano le loro occhiate di lato, evitando o scavalcando l’apparecchio fotografico, per rimanere a prima vista in sintonia con i propri pensieri; figure intere e da sole, ma con maggior frequenza schierate a piccoli gruppi, spesso colte nelle faccende domestiche ma non per questo all’oscuro dell’essere parte di una procedura che si basa sul loro coinvolgimento, esplicitato o, come in questo caso, sotto traccia ma in ogni modo partecipe, del fugace e però pregnante attimo in cui lo scatto fotografico stabilisce una relazione, momentanea che sia. Quell’attimo antico come il mondo, oseremo dire “universale”, ma al tempo medesimo estremamente cangiante, che sta alla base del contatto, che prelude alla comunicazione tra gli uomini, dove due sguardi, diretti o latenti, si incrociano o comunque si “percepiscono”, qui con il tramite dell’obiettivo.



Infanzia e maternità

Maternità e infanzia escono con decisione allo scoperto, definendosi in quella teoria di bambini, dal più piccolo all’adolescente, di madri, in quel rapporto intenso, tattile, carnale con i propri figli, che travalica le culture e i contesti. Ecco allora neonati al seno, trasportati addormentati sulle spalle, tenuti in grembo, in braccio, e ragazzini condotti per mano, accompagnati in bicicletta, in barca, sorvegliati nei loro giochi, protetti, educati, ritratti indifferentemente in India, Nepal, Cina, Seycelles, Perù, Myanmar, Indonesia, Hongkong e Thailandia.